Abstract
Le economie di scala si verificano quando i costi totali di produzione diminuiscono al crescere del volume di produzione. Fanno parte delle cosiddette economie interne, insieme a quelle di gamma, esperienza e di elasticità produttiva.
Grazie alle economie di scala, le aziende che ne beneficiano possono essere in grado di ridurre i prezzi dei loro prodotti o servizi, rendendoli più accessibili ai consumatori, e generare un vantaggio competitivo di costo rispetto alle imprese più piccole.
Si parla invece di diseconomie di scala quando si evidenzia una dinamica opposta, ossia un aumento del costo medio totale associato a un aumento della scala dimensionale.
CONCETTI CHIAVE
- Le economie di scala si riferiscono ai vantaggi economici che un’azienda può ottenere quando aumenta la sua produzione o le dimensioni delle sue operazioni;
- Le economie di scala si verificano quando l’aumento della produzione o delle dimensioni di un’azienda porta a una riduzione dei costi medi di produzione.
- Possono consentire alle aziende di ridurre i prezzi dei prodotti, aumentare i margini di profitto o investire in nuove iniziative;
- Nel caso delle diseconomie di scala, invece, una società o un’organizzazione vede aumentare la dimensione delle sue operazioni e dei suoi output, ma i costi totali aumentano a un tasso superiore rispetto all’aumento delle entrate o della produzione.
Indice dei contenuti
- Cosa si intende con economie di scala?
- Rappresentazione grafica delle economie di scala
- A cosa sono dovute le economie di scala?
- Gli effetti economici delle economie di scala
- Esempio di economie di scala
- Che cosa sono le diseconomie di scala?
- Le cause economiche delle diseconomie di scala
- Esempio di diseconomie di scala
1. Cosa si intende con economie di scala?
Le economie di scala consistono nella riduzione del costo medio totale per effetto dell’aumento della scala dimensionale degli impianti. Dalle economie di scala deriva un vantaggio competitivo di costo in favore delle imprese con maggiori dimensioni rispetto a quelle di dimensioni minori.
Esse possono riferirsi ad una molteplicità di livelli di analisi, dal singolo macchinario all’impresa nel suo complesso.
Tradizionalmente si distinguono le economie di scala relative ad aspetti gestionali da quelle riferibili a fatti tecnologici. Le prime fanno riferimento alla riduzione del costo medio totale per effetto della scala dimensionale maggiore di attività quali quelle di marketing, di finanza o di management. Le economie di scala di tipo tecnologico, invece, fanno riferimento alla scala dimensionale degli impianti adottati da un’impresa.
2. Rappresentazione grafica delle economie di scala
L’impresa, per poter determinare la propria capacità produttiva di lungo periodo, può scegliere di dotarsi di diversi impianti, ognuno dei quali presenta una propria curva di costi medi totali di produzione di breve periodo.
Le curve Ca, Cb, Cc, Cd, e Ce rappresentano l’andamento del costo medio totale di produzione di breve periodo riferito a cinque impianti aventi capacità produttive differenti e contraddistinti dalle seguenti strutture di costo. Riportando sull’asse delle ascisse i volumi di produzione e su quello delle ordinate il costo medio totale, è possibile identificare la quantità di prodotto Xa, Xb, Xc, Xd, e Xe che, per ogni impianto, lo rendono minimo.
Notiamo come all’aumentare della dimensione dell’impianto, il costo medio totale di produzione diminuisce.
Unendo i punti riferiti ai costi medi totali minimi dei differenti impianti, si ottiene una curva discontinua che mostra l’andamento del costo medio totale di produzione di lungo periodo. La quantità indicata nel punto Xe costituisce la capacità produttiva ottima in quanto questa scala di produzione permette di produrre al minimo costo medio di lungo periodo. Tale quantità viene anche definita dimensione efficiente minima (DEM).
Una volta raggiunto il livello minimo, ossia la scala di produzione più efficiente, il costo medio totale di lungo periodo può assumere andamenti differenti:
- Può aumentare per scale di produzione superiori a quella efficiente. In questo caso si ha un unico punto di minimo del costo medio totale e la curva delle economie di scala assume una forma a “U”. Da ciò consegue che un aumento o decremento di produzione, rispetto ad al DEM, sarebbe causa di un peggioramento di efficienza produttiva e dell’aumento del costo medio unitario.
- Il costo medio totale può rimanere costante per scale di produzioni superiori e multiple di Xe. La curva delle economie di scala assumerà la forma di una “L”. Ovviamente, oltre determinate soglie dimensionali (la cosiddetta dimensione efficiente massima), si generano diseconomie di scala tali da comportare un innalzamento del costo medio totale.
3. A cosa sono dovute le economie di scala?
Possiamo individuare cinque fattori economici che ci permettono di capire da dove possono avere origine le economie di scala, ovvero:
- L’esistenza di una soglia minima di impiego di una determinata risorsa. Alcune di esse possono essere utilizzate in una quantità minima non modificabile e risultare convenienti da utilizzare solo nel caso in cui la produzione del bene a cui sono associate avviene ad una scala di produzione elevata. Così facendo i loro costi vengono ripartiti in maniera adeguata sul volume di produzione;
- L’utilizzo ripetitivo di una risorsa produttiva senza oneri addizionali. Solitamente in questi casi parliamo di risorse immateriali (brevetti, marchi, progetti industriali) che possono essere utilizzate con costi aggiuntivi nulli o di scarsa entità. L’impiego efficiente di tali risorse avviene solo per scale di produzione elevate in quanto i costi relativi allo sviluppo o all’acquisizione della risorsa stessa vengono ripartiti su una quantità elevata di prodotti;
- Lo sfruttamento del livello di impiego ottimale di risorse combinate, il cui impiego non è frazionabile. Questo è il caso di un processo produttivo realizzato mediante l’utilizzo di più macchinari disposti in linea e aventi differenti capacità produttive. Lo sfruttamento completo dei singoli macchinari rappresenta la condizione per produrre al costo medio unitario più basso e implica la necessità di adottare una scala di produzione pari al minimo comune multiplo della capacità produttiva delle singole macchine;
- La dinamica area-volume di determinati input produttivi. Infatti, il costo per la realizzazione di un determinato impianto, talvolta, è proporzionale alla superficie del materiale utilizzato, mentre il rendimento dello stesso è collegato al suo volume;
- Le forme di autoassicurazione. L’impresa di dimensioni maggiori può generare una massa ragguardevole di eventi statisticamente indipendenti, le cui variazioni di senso opposto si compensano, realizzando una sorta di autoassicurazione.
4. Gli effetti economici delle economie di scala
Possiamo individuare tre principali effetti delle economie di scala sul settore di appartenenza di un’impresa, ovvero:
- Se le imprese si caratterizzano per forti economie di scala il livello di concentrazione del settore sarà elevato;
- Il secondo effetto riguarda l’esistenza di barriere all’entrata in un determinato settore: se la dimensione efficiente è elevata, è ragionevole assumere che vi siano fabbisogni di capitali finanziari e competenze organizzative tali da costituire elevate barriere all’entrata.
- Infine, laddove vi sono rilevanti economie di scala, possiamo registrare un basso tasso di natalità di nuove imprese, unitamente a un limitato tasso di cessazioni di imprese preesistenti.
5. Esempio di economie di scala
Un esempio di economie di scala è rappresentato dalla produzione di automobili.
Immaginiamo una casa automobilistica che produca 10.000 automobili all’anno. Inizialmente, i costi di produzione per ogni singola auto possono essere alti perché il processo di produzione non è ancora ottimizzato. Tuttavia, all’aumentare della produzione, la casa automobilistica può trarre vantaggio dalle economie di scala.
Con l’aumento del volume di produzione, la casa automobilistica può negoziare prezzi più bassi per i materiali e i componenti utilizzati nella produzione. Ad esempio, potrebbe ottenere uno sconto sui fornitori di acciaio o sugli pneumatici perché acquista grandi quantità. Questo riduce i costi dei materiali per singola unità prodotta.
Inoltre, con l’aumento della produzione, la casa automobilistica può investire in tecnologie avanzate e macchinari più efficienti che riducono i costi di produzione. Ad esempio, l’automazione dei processi di assemblaggio può consentire di ridurre il numero di operai necessari e di aumentare la velocità di produzione.
Infine, l’aumento della produzione consente di distribuire i costi fissi su un numero maggiore di unità prodotte. Ad esempio, i costi per gli edifici di produzione, le strutture amministrative e il personale di supporto vengono diluiti su un maggior numero di automobili, riducendo così il costo medio per unità prodotta.
Complessivamente, queste economie di scala consentono alla casa automobilistica di ridurre i costi di produzione e di offrire automobili a prezzi competitivi sul mercato.
6. Che cosa sono le diseconomie di scala?
Le diseconomie di scala si verificano quando un’azienda o un’organizzazione cresce al punto da diventare inefficiente e costosa. Invece di beneficiare di economie di scala, in cui i costi diminuiscono all’aumentare della produzione, le diseconomie di scala comportano un aumento del costo medio della produzione.
7. Le cause economiche delle diseconomie di scala
Le diseconomie di scala emergono oltre determinate soglie dimensionali a causa della complessità organizzativa nel coordinare e gestire un’impresa di elevate dimensioni. Spesso, sono dovute a:
- L’eccessiva burocratizzazione delle attività aziendali. Il rispetto di procedure e processi eccessivamente standardizzati e predeterminati, può generare una perdita dell’efficienza complessiva;
- La numerosità dei livelli gerarchici per coordinare l’attività aziendale che genera un aggravio dei costi totali;
- La scarsa motivazione al lavoro dei dipendenti;
- L’inefficienza nell’utilizzo delle risorse. Con l’aumentare delle dimensioni, può diventare più difficile utilizzare le risorse in modo efficiente;
- La perdita di flessibilità e capacità di adattamento
8. Esempio di diseconomie di scala
Per capire meglio le diseconomie di scala immaginiamo prendiamo in considerazione un’azienda manifatturiera che produce giocattoli e la sua evoluzione nel tempo.
Inizialmente ha una piccola fabbrica con pochi macchinari e un numero limitato di dipendenti. I costi di produzione sono relativamente bassi e la produzione di giocattoli è efficiente.
Nel corso degli anni, l’azienda inizia a crescere rapidamente decidendo di espandersi. Per far ciò apre una nuova fabbrica di dimensioni maggiori e assume nuovi lavoratori. Da questo derivano investimenti significativi in macchinari, spazi e formazione dei dipendenti.
In un primo momento, l’azienda beneficia di economie di scala, poiché la produzione totale aumenta e i costi medi diminuiscono.
Tuttavia, man mano che l’azienda continua ad espandersi e raggiunge dimensioni sempre più grandi, iniziano a verificarsi diseconomie di scala. Le cause di ciò possono essere ricondotte a:
- La comunicazione tra i dipartimenti sempre più complessa e meno efficiente;
- L’aumento di costi e risorse per coordinare le attività svolte;
- L’aumento di complessità della gerarchia aziendale e della burocrazia;
- L’aumento di problemi relativi al controllo della qualità dei prodotti.;
- La riduzione del coinvolgimento e della motivazione dei dipendenti.
Complessivamente, questi fattori possono contribuire all’aumento dei costi totali dell’azienda rispetto all’aumento della produzione o delle entrate, creando così diseconomie di scala.
Letture Consigliate
- Economie di scala e organizzazione industriale, Bellandi, 1995 (ITA)
- Economia e management delle imprese, Tunisini, Pencarelli, Ferrucci, 2020 (ITA)
Domande Frequenti
Le economie di scala consistono nella riduzione del costo medio totale per effetto dell’aumento della scala dimensionale degli impianti. Dalle economie di scala deriva un vantaggio competitivo di costo in favore delle imprese con maggiori dimensioni rispetto a quelle di dimensioni minori.
La dimensione efficiente minima è la capacità produttiva ottima. Questa scala di produzione permette di produrre al minimo costo medio di lungo periodo.
Le diseconomie di scala si verificano quando un’azienda o un’organizzazione cresce al punto da diventare inefficiente e costosa. Invece di beneficiare di economie di scala, in cui i costi diminuiscono all’aumentare della produzione, le diseconomie di scala comportano un aumento del costo medio della produzione.