Abstract
Le economie di scopo, dette anche di gamma o diversificazione, consistono nella riduzione del costo medio totale per effetto della produzione congiunta, nella stessa impresa, di due o più beni, se comparato a quella disgiunta in imprese differenti.
Rientrano nelle cosiddette economie interne, insieme a quelle di scala, esperienza e di elasticità produttiva.
L’ efficienza economica derivante si ha quando i vantaggi sinergici, derivanti dalla combinazione di duo o più attività o funzioni all’interno di un’unica organizzazione, risultano superiori ai benefici che si otterrebbero se le stesse fossero svolte separatamente.
A differenza delle economie di scala, che legano l’efficientamento economico aziendale al volume di produzione, quelle di scopo si legano alla varietà produttiva e funzionale.
CONCETTI CHIAVE
- Le economie di scopo descrivono situazioni in cui produrre due o più beni congiuntamente, o svolgere due o più funzioni, comporta la riduzione del costo marginale per l’azienda;
- In letteratura le economie di scopo vengono chiamate alternativamente di gamma, di diversificazione, di portata o di ampiezza del raggio d’azione;
- Vengono annoverate tra le cosiddette economie interne, insieme alle economie di scala, a quelle di elasticità produttiva e di esperienza.
- Introdotto nel 1977, all’interno dell’articolo “Economies of Scope”, il termine e lo sviluppo del concetto sono attribuiti agli economisti John C. Panzar e Robert D. Willig;
- Nel caso delle diseconomie di scala un’organizzazione vede aumentare la dimensione dei suoi output, ma i costi totali aumentano più che proporzionalmente.
Indice dei contenuti
1. Cosa si intende per economie di scopo?
Le economie di scopo, insieme alle economie di scala, a quelle di elasticità produttiva e di esperienza, vengono annoverate tra le cosiddette economie interne. Il termine economie di scopo, anche dette “economie di raggio d’azione” o “economie d’ampiezza”, è stato introdotto nel 1977 dagli economisti John C. Panzar e Robert D. Willig, all’interno dell’articolo “Economies of Scope” pubblicato da “The American Economic Review”.
Le economie di scopo possono essere definite come una forma di efficienza economica derivante dalla riduzione del costo medio totale per effetto della produzione congiunta, nella stessa impresa, di due o più beni, se comparato a quella disgiunta in imprese differenti.
In altre parole, un’impresa può trovarsi nella condizione di abbattere i costi medi totali producendo due o più beni, differenti e che perseguono obiettivi diversi, utilizzando gli stessi fattori produttivi (risorse, impianti e know-how).
2. Come si ottengono le economie di scopo?
Al fine di ottenere economie di scopo, è necessario adottare strategie e approcci che consentano di massimizzare l’efficienza e la sinergia tra le diverse attività o linee di prodotto.
Le principali fonti delle economie di scopo sono la realizzazione congiunta (Co-Production) di prodotti attraverso lo stesso processo produttivo, processi complementari o mediante utilizzo degli stessi input.
I vantaggi derivanti dalle economie di scopo possono essere ottenuti anche mediante operazioni di fusione e acquisizione (M&A). In questi casi, attraverso l’attenta valutazione delle strategie corporate da implementare, gli effetti positivi potranno essere generati dall’utilizzo più efficiente delle risorse e delle competenze interne.
Al fine di valutare la possibilità di conseguire economie di scopo è necessario:
- Analizzare le attività correlate: Identificare e comprendere appieno le attività o le linee di prodotto che possono beneficiare della diversificazione e della condivisione di risorse. Questo può includere la valutazione delle competenze interne, dei processi di produzione e delle esigenze del mercato;
- Definire la strategia: Sviluppare una strategia aziendale che ponga il focus sulle diverse attività complementari. Questa dovrebbe essere orientata a sfruttare le sinergie tra le attività e a creare valore per l’azienda nel suo insieme;
- Organizzare le operazioni di condivisione delle risorse: Organizzare le operazioni in modo da condividere risorse come infrastrutture, impianti, macchinari, personale e fornitori tra le diverse attività. Questo può aiutare a ridurre i costi operativi.
- Standardizzare e razionalizzare: Standardizzare i processi e le componenti comuni tra le diverse attività. Questo può semplificare la gestione e la manutenzione, riducendo i costi associati alla diversificazione.
- Investire in tecnologia e formazione: l’utilizzo di tecnologie avanzate e assicurare una formazione di qualità ai dipendenti può consentire una maggiore flessibilità e adattamento alle esigenze del mercato;
- Condividere Ricerca e Sviluppo: Sviluppare nuovi prodotti o servizi in modo che possano essere utilizzati o adattati a più di una linea di prodotto. Questo può ridurre i costi di ricerca e sviluppo e accelerare il time-to-market.
- Integrare il Marketing e branding: Selezionare strategie di marketing che possano promuovere più di un prodotto o servizio contemporaneamente, riducendo così i costi pubblicitari e promuovendo un marchio unificato.
- Monitorare continuamente: Implementare sistemi di monitoraggio e valutazione per misurare l’efficacia delle strategie di economie di scopo e apportare modifiche quando necessario.
3. Rappresentazione grafica delle economie di scopo
Si manifestano quando i costi totali della produzione congiunta di X1 e X2 sono minori rispetto alla somma dei costi di produzione distinta di X1 e X2. Dunque C(X) < i Ci (xi) dove X = i xi ; C(X) è il costo di produzione degli n bene in un’unica impresa. i Ci (xi) è il costo di produzione in n imprese specializzate. La natura delle economie di scopo varia a seconda delle differenti tipologie di risorse e competenze adottate.
4. Esempi di economie di scopo
Un esempio di conseguimento di economie di scopo potrebbe essere quello relativo ad una società produttrice di telefoni cellulari, che per comodità chiameremo Milestone.
Ad un certo punto della sua vita, l’azienda ha riconosciuto l’opportunità di sfruttare le competenze acquisite e le risorse materiali a disposizione per realizzare, oltre che ai telefoni cellulari, anche tablet.
La produzione concomitante di questi due tipi di dispositivi elettronici le ha permesso di guadagnare efficienza economica, abbattendo i costi medi di produzione e ottimizzando l’utilizzo delle competenze interne.
Questo è un esempio, molto intuitivo, di ottenimento delle economie di scopo.
In questo caso, gli elementi che permettono l’aumento di efficienza e quindi le economie di scopo sono:
- La condivisione di risorse: l’azienda utilizza la stessa linea di produzione per la fabbricazione sia dei telefoni cellulari che dei tablet. Questo consente l’ottimizzazione dell’uso delle macchine, della manodopera e dei materiali.
- L’ acquisto di componenti in comune: Milestone acquista componenti elettronici, come processori e schermi, in grandi quantità per entrambi i suoi prodotti. Questo gli permette di negoziare accordi di acquisto più vantaggiosi con i fornitori, ottenendo prezzi più competitivi per i componenti, risparmiando sui costi unitari.
- La ricerca e lo sviluppo condivisi: condividendo i reparti impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie e funzionalità, Milestone riesce ad ammortizzare i costi di R&S su entrambi i prodotti e di introdurre innovazioni più velocemente.
- Il Marketing e la distribuzione congiunti: Milestone può condurre campagne pubblicitarie congiunte o sfruttare gli stessi canali di distribuzione per promuovere entrambi i prodotti. Questa sinergia nel marketing e nella distribuzione può ridurre i costi pubblicitari e migliorare la visibilità del marchio.
- La condivisione del servizio clienti: L’azienda può fornire un servizio clienti comune per entrambi i prodotti, consentendo ai clienti di ricevere assistenza tecnica dallo stesso team. Questo può ridurre i costi operativi del servizio clienti.
5. Le diseconomie di scopo
Le diseconomie di scopo, a differenza delle economie di scopo, si verificano quando l’espansione o la diversificazione di un’azienda in più attività o linee di prodotto porta a un aumento dei costi complessivi anziché a una riduzione o a un’ottimizzazione. Queste situazioni possono derivare da una serie di fattori che complicano le operazioni aziendali anziché semplificarle.
5.1 Cause delle diseconomie di scopo
Ecco alcune delle cause comuni delle diseconomie di scopo:
- La complessità organizzativa: Aumentando il numero di attività o linee di prodotto, l’azienda potrebbe dover gestire una struttura organizzativa più complessa, con più livelli decisionali e coordinamento necessario. Questo può portare a una maggiore burocrazia e a un rallentamento delle decisioni, aumentando i costi amministrativi.
- La competizione interna: In un’azienda diversificata in modo eccessivo, le diverse unità di business potrebbero iniziare a competere tra loro per risorse e attenzione aziendale. Questa competizione interna può generare conflitti e ostacolare la cooperazione, aumentando i costi.
- La specializzazione limitata: Quando un’azienda si espande troppo in attività diverse, potrebbe non essere in grado di sviluppare la specializzazione necessaria in alcune di esse. La mancanza di competenze specifiche può portare a errori, scarti e inefficienze.
- La duplicazione di risorse: In alcune situazioni, l’espansione in più attività può portare alla duplicazione delle risorse, come infrastrutture, personale o macchinari. Questa duplicazione può comportare costi aggiuntivi anziché sinergie.
- Il superamento delle dimensioni ottimali: Ogni attività o linea di prodotto potrebbe avere una dimensione ottimale per operare in modo efficiente. Quando si diversifica in modo eccessivo, l’azienda potrebbe superare la dimensione ottimale per alcune di esse, aumentando i costi unitari.
- L’aumento di complessità nella gestione della catena del valore: Se le attività fossero troppo diverse, l’azienda potrebbe dover affrontare una catena del valore complessa e difficile da gestire. Questo può comportare una difficoltà nell’ottimizzare i processi lungo la catena e un aumento dei costi di gestione.
- I conflitti culturali: Diverse attività possono avere culture aziendali e valori aziendali diversi, portando a conflitti all’interno dell’organizzazione. Questi conflitti possono interferire con l’efficienza operativa.
È importante che le aziende valutino attentamente le potenziali diseconomie di scopo prima di decidere di diversificare le proprie attività per garantire che i benefici superino i costi aggiuntivi.
Letture Consigliate
- Economia e management delle imprese, Tunisini, Pencarelli, Ferrucci, 2020 (ITA)
Domande Frequenti
Sono dette anche di gamma o diversificazione, consistono nella riduzione del costo medio totale per effetto della produzione congiunta, nella stessa impresa, di due o più beni, se comparato alla loro produzione disgiunta in imprese differenti.
Le principali fonti delle economie di scopo sono la realizzazione congiunta (Co-Production) di prodotti attraverso lo stesso processo produttivo, attraverso processi produttivi complementari o mediante utilizzo degli stessi input.
A differenza delle economie di scala, che legano l’efficientamento economico aziendale al volume di produzione, quelle di scopo si legano alla varietà produttiva e funzionale.